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Giorgio Zanotto

ritratto_ZANOTTOGiorgio Zanotto, Presidente della Banca Popolare di Verona e Vice Presidente della Società Cattolica di Assicurazione, è mancato all’età di 78 anni il 24 ottobre 1999, proprio nel giorno in cui il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, avrebbe dovuto consegnargli l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro.

Egli lascia a Verona e a tutti quelli che hanno avuto modo di conoscerlo e di apprezzarne le doti un grande esempio di vita impegnata al servizio della città, dapprima nell’ambito politico-amministrativo e della professione e quindi in quello della Banca e dell’Assicurazione.

Giorgio Zanotto nasce a Verona il 19 dicembre del 1920 e dopo aver terminato il ciclo scolastico ordinario, nel 1939 si iscrive alla Facoltà di Economia e Commercio dell’Università Cà Foscari di Venezia. La scelta può essere stata una felice intuizione perché l’università veneziana poteva rivendicare il merito di essere stata fondata come Scuola Superiore di Commercio da Luigi Luzzatti che, nella sua qualità di artefice della nascita del credito popolare in Italia, venne a Verona nel 1867 per la costituzione della Banca Mutua Popolare. O forse la scelta è da ascriversi alla circostanza che in quella sede accademica avrebbe avuto come docente di storia economica il Prof. Amintore Fanfani che lo avvicinò al pensiero di Jacques Maritain, il filosofo dell’umanesimo integrale verso il quale Giorgio Zanotto nutrì un grande apprezzamento culturale. Subito dopo la laurea nel 1943 si impegna nell’attività della FUCI, la Federazione degli Universitari Cattolici Italiani di cui in quel periodo è presidente nazionale Aldo Moro e ne diventa presidente diocesano; in questa veste promuove ed organizza con gli universitari cattolici veronesi la “Messa del povero”, fondata da Mons. Angelo Grazioli. Ed è attraverso questa iniziativa caritativa che incontra la sua futura moglie, Giovanna Tanara, dalla quale avrà cinque figli: Cesare, Paolo, Alberto, Michele e Giovanni.

Fresco di laurea viene chiamato ad insegnare Ragioneria e Tecnica Bancaria all’Istituto Tecnico Antonio Maria Lorgna di Verona e a questa esperienza giovanile resterà sempre affettivamente legato, tanto da conservare fino alla fine della sua vita il titolo di “professor Zanotto”.

storica giorgiozanottoNel 1946 si iscrive all’Albo dei Dottori Commercialisti di Verona iniziando ad esercitare la libera professione e diviene Segretario dell’Ordine nel 1952. In questo periodo di dopo-guerra, connotato da tensioni economiche e sociali, Giorgio Zanotto seppe porre in luce doti particolari di equilibrio, di capacità di analisi e di comprensione dei problemi; ed è anche per il vivo interesse agli aspetti umani di ogni vicenda con cui doveva misurarsi che gli venne riconosciuto un crescente apprezzamento sia nella sua attività di docente – che svolgeva con la tensione di una vera e propria missione pedagogica – sia nella sua attività professionale per le capacità di cui dava prova nei confronti dei clienti e dei loro problemi. Proprio in quel non facile periodo decise di iscriversi al partito della Democrazia Cristiana di Verona, intuendo che fosse quello il periodo più propizio per un giovane intraprendente – ha 25 anni – che avesse voglia di misurarsi e che percepisse come l’arena politica potesse essere la leva per far muovere le cose pubbliche verso obiettivi veri e tangibili di bene comune. I suoi due primi riferimenti politici sono Giovanni Uberti e Guido Gonella. Nei primi anni cinquanta Giorgio Zanotto viene eletto consigliere del Comune di Verona e nel 1954 Assessore alle Finanze. Nel 1956 succede a Giovanni Uberti nell’incarico di Sindaco della città che svolge per due mandati.

Sono gli anni in cui Verona realizza le opere più significative ponendo mano ad una ricostruzione della città che non è soltanto fisica – la città ha subito pesanti bombardamenti nella fase terminale del secondo conflitto mondiale – ma anche morale. Nella sua qualità di Sindaco Giorgio Zanotto, in stretta ed armonica intesa con il Presidente della Provincia, Renato Gozzi, e del Presidente della Camera di Commercio, Carlo Delaini avvia tutta una serie di iniziative per il risanamento di interi quartieri, per la realizzazione di nuove opere pubbliche, la costruzioni di nuove strutture ospedaliere e il ripristino di una efficiente rete di viabilità e trasporti.

A fronte di nuovi e rilevanti flussi migratori interni, l’Amministrazione Zanotto si preoccupa attivamente di creare nuovi quartieri in cui fossero positivamente amalgamate le diverse componenti sociali. Il Prof. Zanotto porta a felice conclusione, nel 1959, al progetto di dotare la città di una propria Università e con grande lungimiranza fa sì che l’incrocio tra l’autostrada Serenissima e quella del Brennero avvenga nel Comune di Verona. In quell’area – come Presidente del Consorzio ZAI – trasferisce la Dogana per il primo nucleo di quello che diverrà il Quadrante Europa e acquista una nuova zona alla Bassona per lo sviluppo industriale.

Affida a Carlo Scarpa la ristrutturazione del Museo di Castelvecchio – di cui all’epoca è prestigioso Direttore Licisco Magagnato – che viene così ulteriormente valorizzato grazie agli interventi negli spazi museali e in quelli architettonici. Così come all’Ing. Pierluigi Nervi viene offerta la costruzione del Ponte Risorgimento. Promuove la rinascita e il rilancio della Fiera di Verona e delle attività liriche in Arena. Un suo intervento presso l’Alitalia fa sì che venga messo in servizio il primo collegamento aereo con Roma, circostanza che determinerà nel tempo la trasformazione dell’Aeroporto di Villafranca da militare a prevalente aeroporto civile. Allo stesso modo fa sì che il Dipartimento Ferroviario continui ad essere ospitato a Verona dando così lavoro a 400 dipendenti e si preoccupa di garantire alla città l’autonomia energetica con una nuova centrale termoelettrica.

Diviene Presidente della Provincia di Verona dal 1971 al 1975.

Nel 1976 il Prof. Zanotto lascia l’esperienza politica per assumere l’incarico di Vice Presidente della Banca Popolare di Verona su invito del Presidente Giorgio Marani. Nel 1978 diviene Presidente della Popolare e negli anni ottanta e novanta la Banca conosce una grande espansione territoriale e dimensionale. Dapprima con l’allargamento del suo contesto territoriale di riferimento in zone limitrofe, con l’acquisizione della Banca A. Tamai di Spilimbergo, della Popolare di Arzignano e della Banca Popolare di Castiglione delle Stiviere e, successivamente, nel 1993, con una delle prime acquisizioni bancarie sul mercato aperto nei confronti del Banco S. Geminiano e S. Prospero di Modena. Nel 1997 viene acquisito il Credito Bergamasco – di cui diviene Vice Presidente – che porta in dote il Banco San Marco di Venezia. La Banca Popolare di Verona è una delle prime banche a sottoporsi su base volontaria alla procedura di certificazione dei propri bilanci e nel 1998 viene chiesta ed ottenuta la quotazione in Borsa.

In questa azione di forte accelerazione di sviluppo operativo e dimensionale, il Prof. Zanotto ha viva e costante la preoccupazione di salvaguardare quello che nel suo modo di sentire era e doveva rimanere il patrimonio caratteristico per una banca come la Popolare di Verona: continuare ad essere una Banca espressione forte del territorio di riferimento, facendo coincidere gli interessi aziendali di crescita con lo sviluppo del proprio contesto socio-economico, sempre attento alla cura della responsabilità sociale nella gestione dell’impresa.

zanotto2Nel corso degli anni e nella sua qualità di Presidente della Banca Popolare di Verona gli vengono affidate nuove responsabilità. E’ infatti consigliere e componente del Comitato Esecutivo dell’ABI e dell’Associazione Nazionale delle banche popolari, nonché VicePresidente dell’Istituto Centrale delle Banche Popolari italiane. Dal 1986 al 1996 è Vice Presidente del Banco Ambrosiano Veneto, alla cui nascita ha dato un contributo determinante attraverso la fusione con la Banca Cattolica del Veneto, guidando le quattro Banche Popolari venete nel primo patto del Nuovo Banco Ambrosiano.

Ricordando gli incarichi ricoperti in altre società, è giusto dare risalto al lungo rapporto di amicizia e professionale avuto con la Società Cattolica di Assicurazione. Sindaco zaonotto papasupplente nel 1951, diventa Sindaco effettivo nel 1957 e quindi, nel 1961, Consigliere di Amministrazione e componente del Comitato Esecutivo assumendo l’incarico di Vice Presidente fino al 1995, rimanendo nel Consiglio di Cattolica fino alla sua scomparsa. Ciò a testimonianza e riconoscimento delle sue doti umane, della sua grande conoscenza dei problemi societari, della sua sapienza tecnica e della sua saggezza. Amava convincere e non imporre le proprie opinioni ed era sempre aperto a qualsiasi contributo di idee e di proposte.


Sotto la sua Presidenza, la Banca Popolare di Verona ha svolto una feconda attività a sostegno di iniziative sociali, caritative e culturali dei territori di riferimento. L’Istituzione della Facoltà di Giurisprudenza nell’Ateneo di Verona è un esempio di questa attenzione ai valori dello studio e dell’istruzione universitaria. Così come, in ambito artistico, con il restauro del complesso abbaziale di San Zeno, della Cappella di San Biagio nella Chiesa dei SS Nazaro e Celso e per il restauro degli affreschi delle Case Mazzanti in Piazza delle Erbe nonché con numerosi altri interventi. Così come nell’ambito medico, con le numerose borse di studio in favore della Facoltà di Medicina dell’Università di Verona e al sostegno sempre offerto all’Ospedale Sacro Cuore di Negrar, fondato da Don Giovanni Calabria della cui opera pastorale il Prof. Zanotto fu fervente sostenitore.

Numerosi sono stati i riconoscimenti e le onorificenze che gli sono stati attribuiti: Cavaliere di Gran Croce nel 1993, la medaglia Grata Beneficii Memoria nel 1994 e il Premio Europa Nostra (per il recupero architettonico della Basilica di San Zeno), il Premio della Società Letteraria nel 1995, nel 1997 il Premio Domus Mercatorum e il Premio Fedeltà al Lavoro, la Medaglia d’oro della Croce Rossa nel 1999 e in quello stesso anno, l’anno della sua scomparsa, la sua nomina a Cavaliere del Lavoro. Non ebbe quindi la possibilità di ritirare personalmente l’ambito riconoscimento dalle mani del Presidente della Repubblica dell’epoca, Carlo Azeglio Ciampi. Quest’ultimo nel consegnare la nomina alla signora Zanotto, fuori dal protocollo della cerimonia, spiegò a voce e in modo assai informale le ragioni di stima e di profonda considerazione che nutriva per il Prof. Zanotto. Se fosse stato lì presente, il Prof. Zanotto si sarebbe sicuramente schermito attribuendolo più ad un eccesso di indulgenza nei suoi confronti che ai suoi meriti.

Quello che ci sembra possa essere detto a conclusione di questa breve biografia è che il maggior tributo che può essere riconosciuto al valore della sua memoria è quello dell’unanime rimpianto per la sua scomparsa e per il genuino e popolare cordoglio che ha riempito il Duomo di Verona nel giorno del suo addio terreno. Oggi, qualcuno ha commentato, siamo tutti più poveri.

Speriamo quindi che l’attività della Fondazione intitolata al suo nome possa rappresentare una degna memoria di lui e un segno della gratitudine che sentiamo tutti di dovergli.