I Mozart a Verona

 

Verona era, per i viaggiatori del Settecento, una città importante per la sosta nell’Italia settentrionale. Nella consuetudine del tempo era, infatti, una prassi quella che portava gli artisti dall’Europa centrale verso l’Italia, un Paese nel quale gli studi dell’arte (non solo la musica) potevano essere approfonditi e completati, riportando l’artista ai luoghi d’origine con una sorta di diploma, una laurea, un’attestazione che potesse favorire una maggior considerazione e fama.
Partiti da Salisburgo il 13 dicembre 1769, passando per Innsbruck, Bolzano e Rovereto, Leopold Mozart e suo figlio Wolfang Amadeus giunsero a Verona il 27 dicembre, e presero alloggio alla taverna “Due Torri” in Piazza Sant’Anastasia. In seguito si spostarono nella spaziosa abitazione di Pietro Lugiati che si trovava di fronte all’orto botanico, vicino a S. Maria Antica, in quella che ora è la piazza delle Poste. Fu proprio in quella casa che Leopold Mozart e il figlio Wolfang conobbero i personaggi illustri della città per censo e cultura come i nobili Carlotti, Emilei, Giusti e Michelangelo Locatelli, che fece da guida a Wolfang nella visita della città. La sosta veronese, con un freddissimo clima invernale, fu intensa e durò due settimane.
Durante questo soggiorno i Mozart instaurarono un solido rapporto con la famiglia Lugiati, della quale furono sempre ospiti nel corso dei tre viaggi in Italia, durante i quali fecero sempre sosta a Verona. Il 5 gennaio 1770 è sicuramente il giorno più importante del soggiorno veronese di Wolfang. Il giovane talento, infatti, fu invitato dall’Accademia Filarmonica ad esibirsi nella Sala della Conversazione, oggi Sala Maffeiana, dove si faceva anche musica e lettura di drammi. Furono presenti le personalità più illustri della città come il conte Giuseppe Carlo di Serego, il conte Gianfranco Murari Brà, il conte Lodovico Moscardo, il marchese Alessandro Carlotti (che offrì ai Mozart la chiave del proprio palco al Teatro Filarmonico), il conte Pietro Emilei e il conte Giacomo Verità. Esattamente un anno dopo il successo del giovane talento, l’Accademia Filarmonica si riunì a ricordo del grande evento, nominando a titolo d’onore Wolfang Amadeus Mozart suo Maestro di Cappella. Nella lettera inviata durante il soggiorno a Verona da Leopold Mozart alla moglie viene documentato anche un concerto eseguito il 7 gennaio nella chiesa di San Tommaso Canturiense, sull’organo costruito nel 1716 da Giuseppe Bonatti da Desenzano.
È molto probabile che i Mozart avessero scelto la chiesa dei frati carmelitani per la chiara fama dell’organaro Bonatti, anche se Leopold parla di un secondo strumento del quale non rimane però nessuna testimonianza, tranne che in un verbale napoleonico del 1806. Non conosciamo il programma del concerto, ma probabilmente Wolfang avrà improvvisato come era sua abitudine; esistono delle supposizioni, non ancora chiare, sulla possibile esecuzione di un frammento immortalato sul dipinto che ritrae il giovane prodigio, eseguito in casa Lugiati da Saverio Dalla Rosa (allievo di Gian Bettino Cignaroli). A proposito del dipinto va ricordato che fu proprio Pietro Lugiati ad insistere per la realizzazione del ritratto combinando gli appuntamenti e le sedute di posa tra il 6 e l’8 gennaio. In seguito venne scritto che la tela passò da casa Lugiati all’Accademia Filarmonica, ma non è stato provato da nessun documento di sodalizio o d’inventario. Il quadro ebbe invece diverse vicissitudini e dalla casa Lugiati passò per varie mani; viaggiò per Vienna e nel 1940 andò ad arricchire a Losanna la collezione di ritratti di musicisti del grande pianista francese Alfred Cortot. Il primo soggiorno dei Mozart a Verona terminò il 10 gennaio 1770, ma vi ritornarono il 4 febbraio e nuovamente dal 16 al 20 marzo dello stesso anno.
Nei viaggi successivi in Italia, Verona rimane una tappa obbligatoria: il 18 e 19 agosto, il 7 dicembre 1771, l’1 e il 2 novembre 1772 e infine il 6 marzo 1773, i Mozart furono ospitati sempre da Pietro Lugiati, che aveva ormai instaurato con loro un rapporto d’affetto e stima.